n cinese questo termine e’ composto da due ideogrammi:
Wu = guerra e Shu = arte.
wushu significa letteralmente “arte marziale” ed unisce in se gli aspetti del combattimento, dello sport, della conservazione della salute e della concezione filosofica del mondo, tipica della tradizione culturale cinese, in occidente conosciuto come “Kung fu” che significa “duro lavoro”, termine invece che sta ad indicare un’abilità eccezionale raggiunta con un lavoro duro, meticoloso e raffinato nelle attività spesso manuali o fisiche, con sottointeso riferimento all’ambito marziale. Pertanto la parola corretta da usare per indicare l’insieme degli stili e dei metodi delle arti marziali cinese è Wushu.
Risalire in modo certo alle origini delle arti marziali cinesi risulta essere al quanto complesso, poiché come in tante altre culture “Il Sapere” e la “conoscenza” venivano tramandati oralmente, per questo esistono una serie di leggende e di personaggi leggendari a cui risulta impossibile dare un origine storica certa. Infatti le arti marziali erano tramandate di padre in figlio e dai maestri (Sifu) il Sifu rappresentava il punto di riferimento del villaggio, era il saggio e aveva delle conoscenze di medicina tradizionale e una cultura decisamente superiore al resto del villaggio.
Ciò che invece può darci un indicazione un po’più certa delle origini delle arti marziali sono le rappresentazioni artistiche, trovate in particolari oggetti e dipinti in cui vengono raffigurati uomini in evidente posa di combattimento o di danza (probabilmente guerrieri) risalenti al periodo preistorico, circa tre o quattromila anni fa. Le arti marziali quindi venivano identificate in danze di guerra e da una serie di esercizi fisici che servivano per la preparazione dei guerrieri/soldati.
Nel periodo denominato “Primavere ed autunni”(Annali delle primavere e degli autunni sono la cronaca ufficiale del Regno Cinese Lu, che copre il periodo dal 722 al 481 a.c., tradizionalmente attribuiti a Confucio, nei quali si narrano gli avvenimenti dello stato), nascono e si sviluppano le grandi correnti filosofiche cinesi, il Confucianesimo e il Taoismo, ed è proprio in questo periodo che le arti marziali iniziano a fondersi con la filosofia e la religione. Da tenere presente comunque che l’attenzione rivolta all’esercizio fisico e alla medicina terapeutica in Cina è precedente allo sviluppo delle arti marziali pertanto molte teorie che sono alla base delle arti marziali sono descritte nei testi di medicina cinese e soprattutto nella medicina terapeutica e preventiva in cui si sono per cosi dire sviluppati una serie di esercizi fisici che hanno preso il loro spunto da alcune posizioni di animali, infatti in alcune tecniche di Wushu ritroviamo appunto i nomi di questi animali
Verso la fine della dinastia Han (206 a.c. 220 d.c.) il famoso medico cinese Hua To, mise insieme una serie di esercizi basati sull’imitazione di cinque animali (Wuqinxi), con lo scopo di migliorare la salute e le capacità fisiche del praticante. Sempre intorno a questo periodo un’altro personaggio il filosofo e medico Taoista Ge Hong, diede un altro importantissimo contributo alle arti marziali introducendo gli esercizi di respirazione del Qigong, si narra che Ge Hong insisteva molto sull’importanza del lavoro “interno allo scopo di migliorare quello “esterno”, scrisse anche un famoso trattato (il Baopuzi) nel quale viene spiegata l’importanza che possiede la mente nel guidare e sviluppare il Qi all’interno del corpo e di come la combinazione dei tre fattori corpo respiro e mente siano essenziali nel wushu.
Un’altro periodo importante che segna la storia del wushu è il periodo in cui il Buddismo si espande nella Cina, nel quale nascono i primi monasteri Buddisti, verso il 495 d.c., un monaco buddista indiano, di nome Batuò fondò il tempio Sium Lam (giovane foresta) nella regione della Cina chiamata Henan, nel quale alcuni discepoli incominciarono a impadronirsi di alcune forme di boxe, altri monasteri appartenenti alla stessa corrente buddista vennero edificati anche a nord, e il nome Sium Lam venne trasformato in Shaolin in lingua mandarina. In seguito verso il 520 d.c. il monaco buddista Bodhidarma diede origine ad una corrente buddista chiamata Ch’an (zen).
In passato non esisteva una distinzione del wushu in scuola esterna ed interna, tale distinzione incomincia verso la fine della Dinastia Ming (1368-1644), nelle diverse ipotesi che danno origine a questa distinzione, alcuni ritengono che la paternità della scuola esterna è attribuita al monaco buddista Bodhidarma (Da Mo) originario dell’India personaggio straniero, da qui il termine“esterno”, mentre la scuola interna viene fatta risalire, come pensiero filosofico, agli insegnamenti di Lao Tzu, un cinese quindi “interno. La scuola esterna si sviluppa sotto l’influenza della religione Buddista mentre la scuola interna si sviluppa sulle basi filosofiche del Taoismo e del Confucianesimo. Il luogo a cui fa riferimento la scuola esterna è il tempio buddista sede di famosi monaci guerrieri , chiamato con il nome di Shaolin, mentre il luogo di riferimento per la scuola interna è il Wudang montagna sacra Taoista, per cui ormai è diventato di uso comune far riferimento come scuola esterna al “sistema Shaolin”, a quella interna come “sistema Wudang”.
Bodhidarma introdusse alcuni esercizi fisici allo scopo di aiutare i monaci, che trascorrevano la maggior parte del loro tempo in meditazione sedentaria, e anche per potersi difendere dagli attacchi nemici, la serie più importante di questi esercizi sono conosciuti con il nome di Chin Chin, Hsi sui Ching, e i “18 movimenti del Lohan” basati sull’imitazione dei movimenti di 18 animali.
Sucessivamente Chuen Yuan (chiamato anche Kwok Yuen), giovane monaco buddista, revisionò gli esercizi introdotti da Bodhidarma e mise insieme una serie di 72 tecniche differenti, poi si racconta che ancora insoddisfatto dalle nuove tecniche, si mise in cerca di altri maestri fuori dal monastero per completare la sua ricerca, incontrò così i maestri Pai YU Feng, e Li Chieng del sud della Cina, che decisero di aiutarlo, e misero insieme una sintesi di 170 nuovi movimenti che diventarono la base della scuola esterna di cui prese il nome di Shaolin quan.
La scuola esterna è caratterizzata dall’uso della forza fisica , ossia da un lavoro fisicamente molto duro, in cui vengono utilizzate delle tecniche molto precise e ben definite nelle quali si esprimono movimenti veloci ed esplosivi. Pertanto per poter conseguire dei buoni o ottimi risultati è necessario un allenamento costante e faticoso, tale allenamento porta inevitabilmente ad un rafforzamento dell’apparato osteo-articolare e muscolo-tendineo per cui diventa possibile conseguire un’ alto livello di agilità, acrobazia e forza.
La pratica di queste tecniche porta ad un uso razionale della respirazione(qi), alla protezione dei principi vitali (jing), al controllo dell’intenzione(Yi), e all’elevazione dello spirito in un processo detto “raffinazione delle tre energie” (Qi-Jing-Shen).
Nella Repubblica Popolare Cinese il wushu è materia di insegnamento scolastico; Gli insegnanti si laureano presso l’Istituto di Educazione Fisica di Pechino – specializzazione Wushu
Il valore atletico del Wushu dei nostri giorni si ritrova nell’educazione e nell’affinamento dei movimenti che devono risultare comunque fluidi, morbidi, eleganti nella loro veloce e spesso complessa successione di gesti, movimenti nei quali la centralità e l’equilibrio del corpo è fondamentale.
Dopo il successo di immagine che il Wushu ebbe partecipando, quale disciplina dimostrativa orientale, ai Giochi Olimpici di Berlino del .1936 gradualmente si è modificato tecnicamente adattandosi alle esigenze competitive dell’occidente diventando un interessante sport internazionale e ponendo le premesse per diventare uno sport olimpico.
Il percorso del Wushu come sport
Le tappe importanti del Wushu, dopo l’esperienza quale disciplina dimostrativa alle Olimpiadi del 1936 in Berlino, sono state:
• 1956 istituzione a Pechino della China Wushu Association
• 1982 organizzazione in Pechino della prima Conferenza Mondiale del Wushu
• 1985 costituzione del Comitato Promotore della Federazione Mondiale del Wushu
• 1990. Costituzione in Pechino, della International Wushu Federation – I.Wu.F.
• 1994 .La I.Wu.F. viene riconosciuta dal G.A.I.S.F. – General Association International Sport Federation
• 1999 Ill C.I.O. – Comitato Internazionale Olimpico riconosce in quale aderente la I.Wu.F.
• 1999 adesione della I.Wu.F. all’Association Recognized International Federation
• 2002 Con le parole del Presidente CIO Rogge: “il Wushu è benvenuto ad unirsi alla famiglia olimpica” è stato formalizzato il riconoscimento da parte del C.I.O. della I.Wu.F. quale Federazione Internazionale Olimpica
Attualmente la I.Wu.F. conta 86 Federazioni Nazionali affiliate che rappresentano i cinque Continenti e si stima che i praticanti del Wushu nel mondo siano vicino ai 10 milioni, considerando che nella sola Cina vi sono oltre 12.000 scuole di wushu .
Gli stili nel Wushu
Lo sport del Wushu comprende due discipline chiamate: Taolu e Sanshou.
Il Taolu, un insieme di movimenti di attacco e difesa, si suddivide in esercizi effettuati a mani nude, esercizi con armi, esercizi di gruppo e combattimenti prestabiliti.
• Gli esercizi a mani nude includono i seguenti stili: Changquan (stile del nord), Nanquan (stile del sud), Taijiquan, Xinylquan, Baguazhang, Tongbeiquan, Ditangquan.
• Gli esercizi con armi comprendono gli stili della Sciabola, della Spada, della Lancia, della Doppia Sciabola, della Frusta con nove sezioni, e del Bastone.
• I Combattimenti prestabiliti possono essere svolti da due, tre o più atleti e sono divisi in esercizi con o senza armi.
Il Sanshou è una forma di combattimento a pieno contatto, che si esegue con gli arti inferiori, con gli arti superiori e con diverse tecniche di proiezione.
Le forme moderne
A livello agonistico internazionale le competizioni prevedono:
• Nella disciplina del Taolu, sia maschile che femminile 10 stili: Changquan, Nanquan, Taijiquan, Daoshu, Jianshu, Nandao, Taijian, Qiangshu, Gunshu, Nangun
• Nella disciplina del Sanshou, per soli uomini, sono previste 10 categorie di peso: 48,52,56,60,65,70,75,80,85,90, oltre 90.
Le forme Olimpiche
La I.Wu:F., International Wushu Federation, ha proposto al C.I.O – Comitato Internazionale Olpimpico di inserire nei Giochi Olimpici di Pechino la disciplina del Taolu nei seguenti stili:
• Maschi: Changquan, Nanquan, Sciabola, Bastone.
• Femmine. Changquan, Taijiquan, Spada, Lancia.
Gli stili del Wushu
Gli stili principali che compongono oggi il Wushu sono il Chang Quan o Boxe Lunga, il Nan Quan o Boxe del sud, gli stili interni come il Tai Ji Quan e il combattimento libero chiamato Sanda o Sanshou; in più a questi vi sono alcuni stili Tradizionali adattati a necessità agonistiche.
Le forme del Wushu appartenenti al Chang Quan o boxe lunga derivano dai movimenti e dai principi di diverse scuole del nord, come il Cha Quan, l’Hua Quan, il Paochui Quan, Hong Quan, lo Shaolin Quan, il Fanzi Quan e molti altri. Nel Chang Quan le posizioni delle mani, dei piedi, gli sguardi e i salti sono stati standardizzati e codificati, così come le evoluzioni e le cadute sono state inserite nelle forme secondo differenti gradi di difficoltà, per consentire la pratica anche ai principianti ed ai bambini.
Le principali caratteristiche del Chang Quan sono l’agilità e la velocità dei movimenti, l’estensione e l’eleganza delle posizioni. I praticanti di Chang Quan esasperano le loro posizioni portandole alla massima estensione permessa dalle braccia, compiono movimenti velocissimi, miscelano molti salti con posizioni aperte e combinano potenza e morbidezza con accelerazioni e pause generando così un effetto scenico molto coreografico.
Il Nan Quan o boxe del sud deriva anch’essa da differenti stili, tra questi i più diffusi sono gli stili delle famiglie Hong, Cai, Liu, Li e Mo di cui abbiamo accennato sopra e altri stili minori compresa la boxe della tigre nera. Il Nan Quan mette in evidenza le posizioni eseguite con un baricentro basso in modo da garantire un’ottima stabilità. Le tecniche sono principalmente corte ed eseguite per lo più con gli arti superiori mentre i calci sono ridotti e mirano soprattutto a bersagli bassi. La pratica di questo stile è spesso accompagnata da emissioni di suoni legati alle tecniche respiratorie proprie di questi stili.
Nel Wushu la pratica si suddivide in esercizi da competizione eseguiti singolarmente chiamati Jingsai Daolu, cioè una sequenze di movimenti prestabiliti (Nan Quan, Chang Quan o stili esterni), i quali simulano un combattimento con degli avversari immaginari o rispondono a tecniche ben precise. I Daolu si suddividono ulteriormente in esercizi a mani nude Quanshu Daolu oppure esercizi con armi Bingxie Daolu (principalmente sciabola Dao, bastone Gun, lancia Qiang e spada dritta Jian). Un altro tipo di pratica del Wushu è caratterizzata dagli esercizi in coppia o in trio chiamati Duilian, i quali imitano combattimenti prestabiliti a mani nude o con armi.
Infine vi è il combattimento libero chiamato Sanda o Sanshou, dove i due praticanti, muniti di idonee protezioni, combattono utilizzando le tecniche proprie di questo stile.